Regolamento europeo droni: cosa dobbiamo sapere?

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 1 luglio 2020. Da quel giorno entrerà in vigore il regolamento europeo droni (salvo slittamento ancora non certo al 31 gennaio 2021), una serie di regole che disciplinano una volte per tutte, si spera, la pratica di pilotare un drone per svago e per scopi professionali. 

La competenza sulla regolamentazione delle cosiddette operazioni SAPR  (mezzi aerei a pilotaggio remoto) passerà quindi dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) all’EASA (European Union Aviation Safety Agency. Si tratta dell’ultima puntata di una telenovela non proprio lineare che ha caratterizzato la disciplina sull’utilizzo di droni in Italia, spesso complicata da seguire ma fino ad oggi riguardante per lo più i professionisti. 

Le cose dal primo luglio saranno più definite ma obbligheranno ad una assunzione maggiore di responsabilità anche per chi utilizza piccoli droni consumer per scopi di svago. 

Nelle ultime settimane stanno circolando voci che parlano di una proroga dell’ entrata in vigore del nuovo regolamento al 31 gennaio 2021. Vi terremo informati.

CATEGORIE DIVERSE PER DRONI E OPERAZIONI 

Per chiarire, quando si parla di “operazioni” si intende semplicemente far volare il proprio drone, ma il gergo legislativo va comunque imparato per evitare di prendere lucciole per lanterne.

Bene, l’EASA ha istituito alcune categorie per le operazioni e alcune categorie per i droni, in questo modo è semplice capire quali sono i requisiti da soddisfare. Per cominciare bisogna porsi le domande: cosa voglio fare con il mio drone? e quanto pesa il mio drone?

La prima categorizzazione dipende dal tipo di volo che si esegue con il drone (ma non solo), in particolare viene presa in considerazione la potenziale pericolosità dell’operazione. Attenzione, non la pericolosità per il drone, ovvero alta possibilità di schiantarlo su un albero o una scogliera, ma alta pericolosità per le persone e le cose (per esempio rischio di farlo cadere in testa a qualcuno o di finire contro il vetro di un palazzo). Le categorie sono 3 ed includono tutto ciò che può volare, dai piccoli droni agli aerei passeggeri. 

CATEGORIE OPERAZIONI

  • Open (aperta)
  • Specific (specifica)
  • Certified (certificata) 

immagine: dblue.it

L’immagine chiarisce bene come vengono identificate le operazioni. Con questo nuovo regolamento non è più rilevante il fatto che voi stiate pilotando un UAS (unmanned Aircraft System)  per motivazioni lavorative o per hobby, conta solo e soltanto se ciò che state facendo può essere in qualche modo pericoloso

L’immagine sotto è tratta dal documento informativo divulgativo dell’EASA sul regolamento europeo UAS. Immagine: EASA

Le categorie che ci interessano sono la OPEN e SPECIFIC, perché sono le due categorie con amatori e professionisti devono famigliarizzare. 

Per capire la differenza tra le due basta una semplice frase: tutto ciò che non rientra nella categoria OPEN diventa categoria SPECIFICConoscendo quindi i requisiti per rientrare in un’operazione OPEN, automaticamente si potrà facilmente capire se si è sconfinato in un’operazione specifica. 

Facciamo due esempi: per un’operazione OPEN il peso del drone non deve superare i 25 Kg, se dunque il drone è più pesante l’operazione assumerà la caratteristica di SPECIFIC. 

Per la categoria OPEN è previsto solo il volo a vista (visual line of sight -VLOS) e non oltre i 120 mt di altezza, se eccedete anche solo una di queste limitazioni l’operazione diventa specifica. 

Per la categoria SPECIFIC sono previste autorizzazioni speciali valutate di volta in volta dagli organi competenti, a loro volta le operazioni specifiche possono diventare certificate se sussistono alcuni requisiti di pericolosità tali da non poter rimanere nel confine delle specific, per queste valgono regole areonautiche. Ok, è contorto ma riguarda i professionisti che sono già ora tenuti a rispettare regolamenti complicati, qui ci interessa più che altro la regolamentazione per i droni consumer, i vari DJI, Xiaomi, autocostruiti ecc..LA CATEGORIA OPEN (quella dei Mavic) 

Ora ci concentreremo maggiormente sulla categoria OPEN, quella dove bene o male tutti noi ricadiamo per il volo con droni per svago o divertimento. Droni relativamente piccoli e alla portata di tutti per quanto riguarda il pilotaggio. 

Per rientrare nella categoria OPEN ci sono quattro requisiti fondamentali da rispettare: 

  • Solo volo VLOS (volo a vista) 
  • Solo droni sotto i 25 Kg MTOM (MTOM significa maxium take-off mass, ovvero massa massima al decollo)
  • Massima altezza di volo di 120 mt
  • Drone deve avere marchio CE

Se non si rispetta anche solo una di questi requisiti significa che si sta compiendo una operazione SPECIFIC, il ché no è un reato ma prevede altri requisiti ben più stringenti. (per esempio l’autorizzazione al volo di ENAC). 

Qui le cose sono piuttosto chiare, i vari Mavic, dal Mini in su potenzialmente possono volare oltre i 120 mt di altezza e lontano dal proprio campo visivo. Sappiate però che se dovessero “pizzicarvi” in questa situazione potrete essere sanzionati (e non sarà nemmeno così difficile essere scoperti, ma vedremo tra poco il perché). 

Ora, all’interno della categoria OPEN ci sono altre tre sottocategorie: A1 – A2 – A3 che dipendono dalla posizione di volo rispetto alle persone. 

  • A1: sopra alle persone (pilota escluso)
  • A2: vicino alle persone
  • A3: lontano dalle persone. 

Inoltre c’è un’altra sottocategoria che prende in esame la massa del drone: 

CATEGORIE DRONI

  • C0: MTOM < 250 g
  • C1: MTOM < 900 g
  • C2: MTOM < 4 kg
  • C3: MTOM < 25 kg

La tabella che inseriamo sotto deve essere la bibbia, imparatela bene perché in breve riassume tutto ciò che dovete sapere. 

Vediamo una veloce traduzione per punti delle cose più importanti che sono scritte. 

  • Nella classe  A1 (volo sopra alle persone non informate) si può volare solo con droni sotto i 250 grammi o i droni tra 250 e 900 grammi SOLO CON DRONI CE. In questa classe potrete volare anche sopra centri urbani. 
  • Il primo requisito per volare in A1-A3 è un corso online seguito da un esame online. L’unico caso in cui non è necessario avere un “patentino” è volare con droni sotto i 250 grammi commerciali o autocostruiti. 
  • Solo i droni sotto i 250 grammi non necessitano di un sistema di identificazione elettronica (transponder)
  • Se il drone supera i 900 grammi con marchio CE si può volare vicino alle persone (A2) ma solo se il pilota ha superato  un test teorico svolto in un centro autorizzato (volo in A2C2), oltre al patentino A1/A3.  
  • La classe A3 raccoglie tutti i droni che non compaiono nelle altre classi. Droni sopra i 900 grammi, autocostruiti sopra i 250 grammi. 

MARCHIO CE

Quanto scritto nella tabella sopra riportata è valido per i droni marchiati CE, per esempio non è quindi valida per tutti i droni DJI attualmente in commercio tranne il nuovissimo Mavic Air 2. Cosa succede per esempio con un Mavic Air 1 o un Mavic Pro 1 e 2? . 

Se il dispositivo pesa meno di 250 grammi non succede nulla, il drone può volare in A1, A2, A3 per sempre rispettando le regole delle categorie OPEN. Se invece pesa tra i 250 e i 500 grammi può sottostare alla categoria A1C1 fino al 2022, dopodiché finirà nella categoria A3Se pesa più di 500 grammi viene considerato alla pari di un drone di categoria superiore (C3), dunque può volare solo in A3. 

TRASPONDER

Una bella complicazione: per i droni sopra i 250 grammi è previsto un dispositivo di identificazione elettronica (ADS-B). In realtà si sa ancora poco di questo dispositivo e probabilmente la situazione sarà più chiara da luglio. Sarà comunque necessario per volare in A1 e A2, probabilmente non per volo in A3. Ipoteticamente i nuovi droni con marchio CE disporranno di fabbrica di questo dispositivo, ma non è in realtà una sicurezza, come dimostra il nuovo Mavic Air 2. Per il momento non ha senso preoccuparsi, ne sapremo di più nei prossimi mesi. 

AREE DI VOLO CONSENTITE

Sul sito internet D-Flight è possibile consultare gratuitamente la cartografia sempre aggiornata delle aree di volo. Bisogna prima registrarsi gratuitamente al sito, dopodiché avrete accesso alla mappa. La zona in cui vi trovate può assumere diverse caratteristiche in cui a cambiare è l’altezza di volo consentita, dove non specificato rimarranno valide le regole generali della categoria OPEN (120 m di altezza e volo VLOS), nelle zone rosse non si può far volare il drone. 

PATENTINO A1-A3 

Dal 1° Luglio per scopi ricreativi (dal 1° marzo per i professionisti) sarà necessario ottenere un patentino abilitante per poter pilotare un drone sopra i 250 grammi. 

Non si scappa, bisogna ottenere il patentino a meno che non si voglia far volare solo droni sotto i 250 grammi. Entra in gioco il buon Mavic Mini che è l’unico drone dalle buone capacità che non rientra negli obblighi. Niente da fare invece per i vari Mavic Air, meno che mai per i Pro di prima e seconda generazione. 

Ottenere il patentino costa 31 Euro, fino al 1° luglio si pagherà solo per esame superato e potrete tentarlo fino a 6 volte a settimana. Dopo il 1° di luglio ogni tentativo costerà 31 Euro. E’ evidente dunque che il consiglio sia di provare in tutti i modi a passare il test prima di luglio.